3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non c'è in particolare qualcuno, molti sono bravi ma nessuno mi somiglia.
4. Perché è nata la sua opera?
L'Opera è nata per sfogo alla mia disperazione: l'aver dovuto lasciare i miei figli per colpe non mie. Provai a scrivere un monologo come a guardarmi su uno specchio intanto che smaltivo il dolore tra le Vie di Napoli ho assorbito spunti dal mio “vagabondare”.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Devo tutto al contesto sociale dove ho vissuto e quasi vivo.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
Se dovessi definirmi direi Reale.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
A parte qualche piccolo episodio inventato per motivi letterari -tutto il resto potrei definirlo biografico.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Sino adesso solo me.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ho subito un furto delle bozze nelle Poste di Napoli (conservo le ricevute). 1/3 del proemio è stato letto anni fa dalle loro Eminenze Cardinali -Salvatore De Giorgi e il fu Salvatore Pappalardo entrambi ex Arcivescovi di Palermo e da voi.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Secondo me non è l'e-book il futuro del libro. Il cartaceo andrà sempre bene anche se al momento è in crisi, ai posteri l’ardua sentenza.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non è cosa nuova per me ho frequentato l'Unione Italiana Ciechi e già anni addietro avevano una Biblioteca adatta allo scopo.